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Benvenuti nel Comune di Agnana Calabra - Città Metropolitana di Reggio Calabria
SORVEGLIANZA DELLA ROSOLIA CONGENITA E DELL'INFEZIONE DA VIRUS
Ministero della Salute
DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE E DELLA INNOVAZIONE
DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE – CCM
Ufficio V ex DGPREV - Malattie Infettive e Profilassi Internazionale
Sorveglianza della rosolia congenita e dell’infezione da virus della rosolia in
gravidanza alla luce del nuovo Piano Nazionale di Eliminazione del morbillo e
della rosolia congenita 2010-2015
Indice
Introduzione
1. Nuove definizioni di caso di rosolia, rosolia congenita e rosolia in gravidanza
2. Nuova scheda per la notifica di caso di sindrome/infezione da rosolia congenita e
modalità di segnalazione
3. Nuova scheda per la notifica di caso di infezione da rosolia in gravidanza e modalità
di segnalazione
4. Riepilogo mensile dei casi di rosolia congenita e rosolia in gravidanza
5. Diagnosi di rosolia in gravidanza
6. Monitoraggio dell’esito della gravidanza
7. Diagnosi di rosolia congenita e follow up
8. Gestione dei bambini con rosolia congenita in ambito comunitario
9. Laboratori di Riferimento per la diagnosi di rosolia
10. Flusso informativo da tutti i laboratori alle ASL per identificare le donne suscettibili in
età fertile
Allegati
Allegato 1a - Definizione di caso di rosolia
Allegato 1b - Definizione di caso di rosolia congenita (compresa la sindrome da rosolia
congenita)
Allegato 1c - Definizione di caso di rosolia in gravidanza
Allegato 2a - Scheda di notifica di irc/src
Allegato 2b - Scheda di notifica di rosolia in gravidanza
Allegato 3 - Flusso schede di notifica per le malattie infettive di classe iii
Allegato 4a - Modulo per il riepilogo mensile dei casi da asl a regione
Allegato 4b - Modulo per il riepilogo mensile dei casi da regione a ministero/iss/istat
Allegato 5 - Esecuzione e interpretazione degli esami per la diagnosi di rosolia in
gravidanza
Allegato 6 - Modulo per registrazione e monitoraggio dei casi di rosolia in gravidanza
Allegato 7 - Protocollo operativo per la diagnosi di rosolia congenita
Allegato 8 - Modulo per registrazione e monitoraggio dei casi sospetti di rosolia
congenita
Introduzione
La rosolia è una malattia virale che si manifesta generalmente con febbre, esantema
maculopapulare generalizzato e linfadenopatia; le complicanze sono rare, specialmente
nel bambino, ma artralgie e artriti transitorie possono complicare il decorso della malattia,
soprattutto nell’adulto. Il virus della rosolia causa nel 25-50% dei casi un’infezione
asintomatica. Se il virus viene contratto durante la gravidanza, si possono verificare aborto
spontaneo, morte intrauterina del feto, gravi malformazioni fetali e, nel bambino, ritardo di
acquisizione delle tappe dello sviluppo. Più precoce è l’infezione, maggiore è il rischio di
danno embrio-fetale. Si stima, infatti, che la sindrome della rosolia congenita si presenti
nel 90% dei neonati di donne che hanno contratto l’infezione prima dell’undicesima
settimana di gestazione. La disponibilità di un vaccino efficace e sicuro ha ridotto
l’incidenza della rosolia; eppure continuano a verificarsi epidemie di rosolia e casi di
rosolia congenita.
I dati nazionali di incidenza indicano che la rosolia ha un andamento ciclico con picchi
epidemici ogni 4-6 anni circa. Dopo l’epidemia degli anni 2002-2003, una nuova epidemia
di vaste dimensioni, con 6.183 casi segnalati al sistema di notifica obbligatoria, si è
verificata nel 2008. Nel 2009 e nel 2010 l’incidenza della rosolia si è mantenuta ai bassi
livelli prevedibili sulla base del suo andamento epidemiologico.
I dati del sistema di sorveglianza di rosolia congenita e in gravidanza, attivo dal 2005, ha
permesso di rilevare 59 casi confermati di rosolia congenita (di cui 42 sintomatici) nel
periodo 2005-2012. Nello stesso periodo sono stati segnalati 95 casi confermati di rosolia
in gravidanza, 23 interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) e un nato morto. L’età media
dei casi confermati in gravidanza è stata 27 anni e il 22% delle donne era di nazionalità
straniera. Solo una donna era vaccinata e solo il 27% aveva eseguito un rubeo test prima
della gravidanza. Il 42% aveva avuto precedenti gravidanze.
Non è stato possibile pervenire ad una classificazione finale nel 28% (56/197) dei casi di
sospetta rosolia congenita per incompletezza delle schede di notifica o mancato follow up
dei casi. Inoltre, il 19% (18/95) delle donne con infezione confermata in gravidanza è stato
perso al follow up e quindi l’esito della gravidanza non è noto. Questi dati indicano una
possibile sottostima dell’incidenza delle infezioni congenite.
Nel 2008, in concomitanza con l’epidemia di rosolia, è stato registrato un picco di
incidenza di infezioni rubeoliche congenite e in gravidanza; un nuovo picco, sebbene
inferiore al precedente , è stato rilevato nel 2012.
Per prevenire la sindrome da rosolia congenita (SRC), è stato stimato che la percentuale
di donne suscettibili in età fertile non deve superare il 5%. In Italia, un’indagine di
sieroprevalenza condotta nel 2004 rilevava, invece, una percentuale di donne suscettibili
pari all’11% nella fascia 15-19 anni e all’8% nella fascia 20-39 anni. I dati del 2011 del
sistema di sorveglianza PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia),
raccolti da 12 su 21 Regioni e Provincie Autonome, mostrano che delle 6.641 donne di 18-
49 anni intervistate, il 61% era immune alla rosolia o per aver effettuato la vaccinazione
(40%) o per copertura naturale rilevata dal rubeotest positivo (21%). Il 2,4% delle donne
era sicuramente suscettibile, in quanto non vaccinato e con rubeotest negativo. Il 37%
delle donne intervistate non conosceva il proprio stato immunitario per la rosolia. La
situazione descritta porta ad alcune considerazioni.
Dall’avvio del Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita
(PNEMoRc) 2003-2007, la copertura vaccinale contro la rosolia, grazie a strategie di
vaccinazione estesa dei nuovi nati, è aumentata (dall’82% nel 2003 all’89,9% nel 2011),
ma è ancora al di sotto della soglia del 95%, prevista dal Piano per il raggiungimento
dell’obiettivo di eliminazione. Anche la copertura vaccinale delle adolescenti (75%, dati
ICONA 2008) e delle donne in età fertile (come dimostrano i dati Passi), è inferiore al
tasso critico utile per impedire la circolazione virale. Ciò ha, sostanzialmente, causato lo
spostamento in avanti dell’età dell’infezione, con aumentato rischio per le donne
suscettibili di contrarre la rosolia proprio in età fertile. È, pertanto, necessaria
l’implementazione di strategie per il recupero dei suscettibili di tutte le età, con particolare
attenzione per le donne in età fertile.
Il Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRc) 2003-
2007 fissava per il 2007 la riduzione dell’incidenza della rosolia congenita a valori inferiori
a un caso su 100.000 nuovi nati.
Il 23 marzo 2011 è stato approvato come Intesa Stato-Regioni il PNEMoRc 2010-2015,
che, in linea con le indicazioni dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS), ha spostato gli obiettivi di eliminazione del morbillo e la
riduzione dei casi di rosolia congenita al 2015 e introdotto l’obiettivo di eliminazione della
rosolia. Tale Piano descrive le azioni necessarie per incrementare le coperture vaccinali
per due dosi di vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia (vaccino MPR) nei
nuovi nati e nei bambini in età scolare, adolescenti e donne in età fertile, e le azioni
necessarie per rafforzare la sorveglianza di morbillo, rosolia, rosolia congenita e rosolia in
gravidanza.
Un sistema di sorveglianza in grado di rilevare tempestivamente tutti i casi di infezione
rubeolica in gravidanza e congenita è essenziale per monitorare l’efficacia dei programmi
vaccinali contro la rosolia e per identificare precocemente i nuovi nati infetti da virus della
rosolia. L’identificazione precoce dei casi permette di intervenire tempestivamente e
appropriatamente e di attuare opportune misure di controllo dell’infezione (non
ammissione in comunità della prima infanzia fino a un anno di età ove necessario e
adeguata informazione dei genitori sulla contagiosità del bambino nel primo anno di vita).
In Italia, la sorveglianza nazionale della sindrome/infezione da rosolia congenita e della
rosolia in gravidanza è stata introdotta dal DM 14 ottobre 2004 (Gazzetta Ufficiale n. 259
del 4 Novembre 2004), su indicazione del PNEMoRc 2003-2007. La notifica è obbligatoria
dal 1° gennaio 2005 secondo le modalità delle malattie di classe III. La circolare del 5
agosto 2005 (Circolare n.2 “Notifica obbligatoria della infezione da rosolia in gravidanza e
della sindrome/infezione da rosolia congenita” ) riportava le istruzioni per lo svolgimento
della sorveglianza.
La presente circolare viene emanata per introdurre le nuove definizioni di caso di rosolia,
rosolia congenita e rosolia in gravidanza, aggiornare le schede di notifica di rosolia
congenita e in gravidanza, introdurre il riepilogo mensile dei casi segnalati e definire le
procedure per il follow up dei casi di rosolia congenita e l’esito delle gravidanze delle
donne che hanno contratto l’infezione durante la gestazione.
In particolare vengono descritti i seguenti aspetti:
1) Nuove definizioni di caso di rosolia e rosolia congenita e di rosolia in gravidanza
2) Nuova scheda per la notifica di caso di sindrome/infezione da rosolia congenita e
modalità di segnalazione
3) Nuova scheda per la notifica di caso di infezione da rosolia in gravidanza e modalità di
segnalazione
4) Riepilogo mensile dei casi di rosolia congenita e rosolia in gravidanza
5) Diagnosi di rosolia in gravidanza
6) Monitoraggio dell’esito della gravidanza
7) Diagnosi di rosolia congenita e follow up
8) Gestione dei bambini con rosolia congenita in ambito comunitario
9) Laboratori di Riferimento per la diagnosi di rosolia
10) Flusso informativo da tutti i laboratori alle ASL per identificare le donne suscettibili in
età fertile.
Seguono i seguenti allegati, che sono parte integrante del documento:
- allegato 1a: definizione di caso di rosolia
- allegato 1b: definizione di caso di rosolia congenita (compresa SRC)
- allegato1c: definizione di caso di rosolia in gravidanza
- allegato 2a: scheda di notifica IRC/SRC
- allegato 2b: scheda di notifica di rosolia in gravidanza
- allegato 3: flusso schede di notifica per le malattie infettive di classe III
- allegati 4a e 4b: moduli per il riepilogo mensile dei casi (ASL-Regione)
- allegato 5: esecuzione e interpretazione degli esami per la diagnosi di rosolia in
gravidanza
- allegato 6: modulo per registrazione e monitoraggio dei casi di rosolia in gravidanza
- allegato 7: protocollo operativo per la diagnosi di rosolia congenita
- allegato 8: modulo per registrazione e monitoraggio dei casi sospetti di rosolia congenita
È in corso di sperimentazione una piattaforma web nazionale per la notifica delle malattie
infettive che prevederà l’inserimento on-line dei dati di notifica dei casi di rosolia congenita
e di rosolia in gravidanza e la modifica dei flussi informativi.
1. Nuove definizioni di caso di rosolia, rosolia congenita e rosolia in gravidanza
Ai fini della sorveglianza epidemiologica dei casi di rosolia e di rosolia congenita, il nuovo
PNEMoRc 2010-2015 prevedeva l’adozione delle definizioni di caso approvate dalla
Commissione Europea nel 2008 (EU Case Definition, 2008/426/EC) che definiscono i
criteri clinici, epidemiologici e di laboratorio per la classificazione dei casi. Tuttavia, dal
momento che la Commissione Europea, l’8 agosto 2012, ha approvato le nuove definizioni
di caso per le malattie trasmissibili (Commission Implementing Decision of 8 August 2012
amending Decision 2002/253/EC laying down case definitions for reporting communicable
diseases to the Community network under Decision No 2119/98/EC of the European
Parliament and of the Council), si ritiene opportuno fare riferimento, per la sorveglianza di
rosolia congenita ed in gravidanza, alle più recenti definizioni di caso. Si specifica che
l’unica differenza consiste nella rimozione, dalla più recente definizione di caso di rosolia
congenita, della frase “Un bambino che soddisfi solo i criteri di laboratorio, ma la cui madre
non abbia precedenti di rosolia durante la gravidanza e che non presenti almeno una delle
condizioni della categoria A, dopo adeguato follow up, va notificato come un caso di
rosolia postnatale”, in quanto ritenuta non necessaria per la definizione di caso, bensì utile
solo ai fini della notifica. Per questo motivo la stessa frase è stata inserita al Punto 7
Le definizioni di caso europee di rosolia e rosolia congenita sono riportate negli allegati 1a
e 1b. Nell’allegato 1c vengono definiti i criteri per la classificazione dei casi di rosolia in
gravidanza.
Sindrome di rosolia congenita
1. un bambino di età inferiore a un anno (o feto nato morto) che presenta almeno una
delle condizioni di categoria A e che soddisfa i criteri di laboratorio per la diagnosi
definiti nell’allegato 1b (caso confermato di RC);
2. un bambino di età inferiore a un anno (o feto nato morto) che presenta almeno una
delle condizioni di categoria A e che soddisfa il criterio epidemiologico (nato da madre
con diagnosi confermata di rosolia in gravidanza) (caso probabile di RC);
3. un bambino di età inferiore a un anno (o feto nato morto) che soddisfa i criteri clinici di
SRC definiti in allegato 1b, ma non i criteri di laboratorio (caso probabile di RC).
Infezione da rosolia congenita
Un bambino di età inferiore a un anno (o feto nato morto) senza segni/sintomi clinici di
categoria A che soddisfa i criteri di laboratorio (definiti in allegato 1b) e il criterio
epidemiologico (nato da madre con infezione confermata in gravidanza) (caso
confermato).
Il riscontro in epoche successive di uno qualsiasi dei segni o sintomi compatibili con SRC
deve fare riclassificare il caso come SRC.
2. Nuova scheda per la notifica di caso di sindrome/infezione da rosolia congenita e
modalità di segnalazione
La presente circolare apporta modifiche alla scheda di notifica per la rosolia congenita
rispetto alle precedenti versioni, inclusa la scheda allegata al PNEMoRc 2010-2015. Sono
state aggiornate le sezioni relative alle informazioni cliniche e ostetriche, agli esami di
laboratorio e alla classificazione del caso. La nuova scheda e le modifiche apportate sono
riportate nell’allegato 2a.
VANNO NOTIFICATI :
tutti i casi confermati o probabili di rosolia congenita, inclusi i nati morti e i feti abortiti a
seguito di diagnosi prenatale di rosolia congenita;
tutti i bambini nati da madre con infezione da rosolia in gravidanza (possibile,
probabile o confermata), anche se asintomatici alla nascita e con esami di laboratorio
negativi (casi sospetti).
Il medico che sospetta la diagnosi deve segnalare il caso alla ASL mediante telefono, fax
o e-mail, oppure inviare alla ASL la scheda di notifica compilata, anche parzialmente.
La ASL di competenza ha il compito di eseguire l’indagine epidemiologica, compilare (o
completare) la scheda di notifica e inviarla alla Regione.
Il flusso della notifica e la tempistica di segnalazione dal livello locale al livello regionale e
dal livello regionale al livello centrale (Ministero della Salute/Istituto Superiore di
Sanità/ISTAT) sono riportati nell’allegato 3.
Ulteriori informazioni utili per la classificazione del caso (es. referti esami di laboratorio,
comparsa di nuovi segni o sintomi), raccolte dalla ASL che conduce l’indagine
epidemiologica successivamente all’invio della scheda, devono essere comunicate alla
Regione, al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) seguendo il flusso
informativo indicato in allegato 3, utilizzando la scheda di notifica di rosolia congenita; in
tal caso dovrà essere barrata la voce “aggiornamento” presente in prima pagina e riportata
la data di aggiornamento. L’intera scheda non dovrà essere compilata nuovamente; sarà
sufficiente inserire nome, cognome e le informazioni aggiuntive.
Insieme alla presente circolare, è fondamentale che la ASL e la Regione forniscano (ai
medici segnalatori e alle ASL, rispettivamente) informazioni chiare (numero di telefono,
fax, nominativi di persone di riferimento, ecc.) per l’invio delle schede ed eventuali
richieste di chiarimenti.
3. Nuova scheda per la notifica di caso di infezione da rosolia in gravidanza e
modalità di segnalazione
La presente circolare apporta modifiche alla scheda di notifica per la rosolia in gravidanza
rispetto alle precedenti versioni (inclusa la scheda allegata al PNEMoRc 2010-2015). Sono
state aggiornate le sezioni relative alle informazioni cliniche e ostetriche e agli esami di
laboratorio. La nuova scheda e le modifiche apportate alla precedente scheda sono
riportate nell’allegato 2b.
La scheda di notifica va compilata per qualsiasi donna gravida con rosolia possibile,
probabile o confermata sulla base di segni/sintomi, di esami di laboratorio o di un
collegamento epidemiologico.
A differenza di quanto riportato nella circolare del 2005, la scheda di notifica NON va
compilata per le gestanti che hanno presentato solamente una positività delle IgM rosolia-
specifiche in gravidanza, ma non hanno manifestato una sintomatologia compatibile o
avuto un collegamento epidemiologico con un caso confermato di rosolia.
Il Rubeo test IgM, che viene effettuato di routine in gravidanza, può rilevare false positività
dovute a cross-reattività con altri virus o a fattori interferenti. Inoltre, IgM virus-specifiche
possono persistere per parecchi mesi (o anni) dopo l’infezione naturale, la vaccinazione o
una reinfezione, anche clinicamente inapparente. Le finalità della sorveglianza sono
diverse da quelle della gestione clinica, pertanto un caso con sola positività delle IgM
rosolia-specifiche in gravidanza non deve essere notificato; però le gestanti che hanno
presentato una positività delle IgM rosolia-specifiche devono essere indagate con altri test
diagnostici, anche in assenza di una sintomatologia compatibile o di un collegamento
epidemiologico con un caso confermato, per escludere che si tratti di un falso positivo ed,
eventualmente, confermare l’infezione.
Il medico che sospetta la diagnosi deve segnalare il caso alla ASL mediante telefono, fax
o e-mail, oppure inviare la scheda di notifica compilata, anche parzialmente.
La ASL di competenza ha il compito di curare l’indagine epidemiologica, compilare (o
completare) la scheda di notifica e inviarla alla Regione.
Il flusso della notifica e la tempistica di segnalazione dal livello locale al livello regionale e
dal livello regionale al livello centrale (Ministero della Salute/Istituto Superiore di
Sanità/ISTAT) rimangono invariati e sono riportati nell’allegato 3.
Ulteriori informazioni utili per la classificazione del caso (es. referti esami di laboratorio),
raccolte dalla ASL che conduce l’indagine epidemiologica, devono essere comunicate alla
Regione, al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità seguendo il flusso
informativo indicato in allegato 3, utilizzando la scheda di notifica di rosolia in gravidanza;
in tal caso dovrà essere barrata la voce “aggiornamento” presente in prima pagina e
riportata la data di aggiornamento. L’intera scheda non dovrà essere compilata
nuovamente, ma sarà sufficiente inserire nome, cognome e le informazioni aggiuntive.
Insieme alla presente circolare, è fondamentale che la ASL e la Regione forniscano (ai
medici segnalatori e alle ASL, rispettivamente) informazioni chiare (numero di telefono,
fax, nominativi di persone di rifeimento, ecc.) per l’invio delle schede ed eventuali richieste
di chiarimenti.
4. Riepilogo mensile dei casi di rosolia congenita e rosolia in gravidanza
A ogni ASL è richiesto di inviare alla Regione un riepilogo mensile (Allegato 4a) delle
schede di notifica di rosolia congenita e in gravidanza compilate. Tale riepilogo dovrà
essere inviato anche in assenza di casi notificati dichiarando che non è pervenuta alcuna
segnalazione (zero-reporting), dopo ricerca attiva di eventuali casi.
La Regione, a sua volta, dovrà inviare al Ministero, all’Istituto Superiore di Sanità e
all’ISTAT un riepilogo mensile relativo a tutte le ASL (Allegato 4b).
5. Diagnosi di rosolia in gravidanza
Durante la gravidanza, indagini di laboratorio per confermare o escludere la diagnosi di
rosolia vanno eseguite nei seguenti casi:
qualsiasi eruzione esantematica non vescicolare ad insorgenza acuta, in quanto
compatibile con un’infezione sistemica virale
contatto (permanenza nella stessa stanza per un periodo >15 minuti oppure faccia a
faccia) con un caso di rosolia sospetto
I criteri per la diagnosi di laboratorio di infezione da virus della rosolia in gravidanza sono i
seguenti:
- la comparsa ex novo di anticorpi (IgG e/o IgM) rosolia-specifici (sieroconversione);
- un incremento di almeno 4 volte delle IgG specifiche su due campioni di siero,
processati nella stessa seduta analitica, il primo prelevato entro 7-10 giorni dalla
comparsa dell’esantema o subito dopo il contatto con un soggetto infetto (fase
acuta) e il secondo almeno 2 settimane dopo (fase convalescente) (qualora il
secondo campione sia prelevato a distanza maggiore di 2 settimane, le IgM
potrebbero essere significativamente diminuite o negativizzate);
- la presenza di IgM specifiche associata a IgG virus-specifiche a bassa avidità;
- l’isolamento del virus selvaggio da un campione biologico (sangue, urine, tampone
faringeo, saliva): il virus della rosolia può essere isolato da una settimana prima a 2
settimane dopo la comparsa dell’esantema, ma il periodo ottimale per la raccolta
del campione è entro 4 giorni dalla comparsa dall’esantema;
- un test positivo per RNA virale mediante la metodica di Reverse Transcriptase-
Polymerase Chain Reaction (RT-PCR), in un campione biologico raccolto come
indicato nel punto precedente.
Maggiori informazioni sull’effettuazione e interpretazione di esami di laboratorio per la
diagnosi di rosolia sono riportate nell’allegato 5.
6. Monitoraggio dell’esito della gravidanza
Per rilevare l’impatto dell’infezione rubeolica contratta in gravidanza sul prodotto di
concepimento è fondamentale raccogliere informazioni sull’esito della gravidanza.
Pertanto, per ogni gestante per cui è stata compilata la scheda di notifica (casi possibili,
probabili e confermati di rosolia in gravidanza), la ASL che conduce l’indagine
epidemiologica deve reperire informazioni relative all’esito della gravidanza (nato vivo,
IVG/ITG, aborto spontaneo, feto nato morto), al nuovo nato e compilare la scheda di
notifica di sospetta rosolia congenita (sia in caso di nato vivo, nato morto o aborto).
Per organizzare un monitoraggio sistematico delle gestanti con rosolia si propone di
utilizzare la tabella in allegato 6.
Queste informazioni devono essere trasmesse dalla ASL alla Regione e dalla Regione al
Ministero della Salute e all’ISS.
7. Diagnosi di rosolia congenita e follow up
Le indagini di laboratorio per confermare o escludere la diagnosi vanno eseguite in ogni
nato da madre con diagnosi di rosolia possibile, probabile o confermata in gravidanza,
nonché in tutti i nati che, pur con anamnesi materna negativa, presentino sintomi/segni
compatibili con la diagnosi di rosolia congenita.
Inoltre, in presenza di un nato che presenti almeno una delle condizioni della categoria A),
sarà opportuno procedere ad adeguate indagini epidemiologiche (anamnesi materna) e di
laboratorio.
La diagnosi di laboratorio di rosolia congenita è basata su esami sierologici (IgM e cinetica
di IgG) e/o su esami virologici (isolamento virale o RT-PCR).
L’isolamento del virus da campioni biologici e l’identificazione del genoma virale mediante
RT-PCR consentono di fare diagnosi di rosolia congenita.
Anche la presenza di IgM specifiche per rosolia alla nascita consente di fare diagnosi. In
caso di negatività, le IgM devono essere ripetute entro il primo mese di vita. Inoltre, il
monitoraggio delle IgG nel primo anno di vita consente di confermare o escludere
l’infezione nella quasi totalità dei casi.
Il protocollo operativo per la diagnosi di laboratorio di rosolia congenita è riportato in
allegato 7. È importante che tale protocollo sia diffuso a tutti i neonatologi e ai pediatri
(territoriali, ospedalieri, ambulatoriali, privati).
Dal momento che la conferma di laboratorio di sindrome/infezione da rosolia congenita
può essere fatta sul prodotto del concepimento anche nel caso di aborto o nato morto, è
utile che venga prospettata alle donne e alle coppie l’opportunità di una diagnosi,
attraverso determinazione delle IgM, isolamento virale o RT-PCR nel sangue o altri tessuti
fetali o mediante autopsia fetale. Inoltre va tenuto presente che è possibile effettuare la
diagnosi di rosolia congenita anche in epoca prenatale.
Alla nascita i segni e sintomi della rosolia congenita possono essere assenti (cataratta e
danno sensoriale uditivo possono rendersi evidenti dopo mesi) o non valutabili (es. ritardo
mentale); pertanto è fondamentale che tutti i bambini nati da madre con infezione da
rosolia possibile, probabile o confermata in gravidanza vengano seguiti nel tempo sia con
esami clinico-strumentali (consulenze specialistiche di cardiologia, audiologia, neurologia,
oftalmologia) che con accertamenti di laboratorio, in modo da confermare o escludere
l’infezione congenita o dirimere tra forma sindromica e infezione.
I bambini con diagnosi di IRC dovranno essere seguiti nel tempo, valutando almeno fino ai
2 anni di età l’insorgenza di nuovi segni e sintomi clinici o la loro progressione. Il riscontro
di segni e sintomi compatibili con la rosolia congenita successivamente alla nascita
comporta la riclassificazione del caso come SRC.
Un bambino che soddisfi solo i criteri di laboratorio, ma la cui madre non abbia precedenti
di rosolia durante la gravidanza e che non presenti almeno una delle condizioni della
categoria A, dopo adeguato follow up, va notificato come un caso di rosolia postnatale.
Alla luce di quanto sopra riportato, la ASL deve raccogliere con cadenza regolare le
informazioni relative alle indagini di laboratorio e clinico-strumentali dei casi classificati
come IRC e dei casi non classificati alla nascita.
Si raccomanda che la ASL invii alla Regione (e la Regione al Ministero della Salute e
all’ISS) un aggiornamento dei casi non classificati alla nascita, entro i sei mesi di età del
neonato e, successivamente, ogni 6 mesi fino alla classificazione finale del caso o al
compimento dei due anni.
Per organizzare un monitoraggio sistematico di questi bambini, le ASL possono utilizzare
la tabella proposta in allegato 8.
Considerato l’ampio spettro di manifestazioni cliniche e la complessità degli accertamenti
diagnostici, è necessaria la collaborazione tra gli operatori di sanità pubblica che svolgono
l’indagine epidemiologica e gli operatori sanitari che segnalano i casi e ne seguono
l’evoluzione clinica nel tempo.
8. Gestione dei bambini con rosolia congenita in ambito comunitario
In caso di diagnosi confermata di rosolia congenita (SRC o IRC) il bambino deve essere
considerato contagioso almeno fino a 1 anno di età. I genitori, il medico di medicina
generale e il pediatra devono essere informati e invitati a non esporlo a contatto diretto
con donne in età fertile o in gravidanza suscettibili (o con stato immunitario non noto).
Se questo non si può evitare, la donna dovrà indossare guanti a perdere quando cambia il
pannolino, evitare di baciarlo su bocca e viso e di scambiare utensili per la pappa
(cucchiaio, bicchiere, tovagliolo) con il bambino. Appena finito di accudirlo, la donna dovrà
lavarsi accuratamente con acqua e sapone viso e mani.
Il bambino non deve essere ammesso in comunità per la prima infanzia fino all’età di 1
anno, a meno che non abbia eseguito, dopo il 3° mese di vita, due test diagnostici
consecutivi con esito negativo (isolamento virale su saliva o urine).
9. Laboratori di Riferimento per la diagnosi di rosolia
Le Regioni dovranno individuare tempestivamente un laboratorio di riferimento regionale
(o interregionale), in grado di effettuare le indagini previste per la diagnosi di infezione da
virus della rosolia (test di avidità delle IgG, Immunoblotting, isolamento, RT-PCR) con i
migliori standard qualitativi.
Non appena individuato, il nominativo del laboratorio di riferimento dovrà essere
comunicato al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità, nonché a tutte le
ASL e agli operatori sanitari coinvolti.
Il Reparto di Malattie Virali e Vaccini Attenuati del Dipartimento Malattie Infettive,
Parassitarie Immunomediate dell’ISS rappresenta il Laboratorio di Riferimento
Nazionale della Rosolia ai fini della sorveglianza, in grado di effettuare:
- conferma e genotipizzazione dei casi di rosolia post natale;
- conferma e genotipizzazione dei casi di rosolia congenita;
- genotipizzazione dei casi di rosolia in gravidanza.
La conferma dei casi di rosolia in gravidanza è demandata a Centri clinici specializzati.
Se i saggi sono eseguiti dai laboratori di riferimento regionali, i campioni positivi alla RT-
PCR ai fini della genotipizzazione e i dati delle sequenze identificate devono essere inviati
al Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’ISS, che ha il compito di comunicare i dati
delle sequenze dei casi di rosolia italiani all'OMS.
10. Flusso informativo da tutti i laboratori alle ASL per identificare le donne
suscettibili in età fertile
È opportuno che venga attivato un flusso informativo da tutti i laboratori di analisi alle ASL
per la segnalazione di tutte le negatività delle IgG al rubeo test effettuato per qualunque
motivo in donne in età fertile, al fine di organizzare la chiamata attiva alla vaccinazione
delle donne suscettibili alla rosolia.
17 luglio 2013
SI
MGP
GR
IL MINISTRO
(Beatrice Lorenzin)
Allegato 1a
DEFINIZIONE DI CASO DI ROSOLIA
Criteri clinici
Qualsiasi persona che presenti una manifestazione acuta di esantema maculopapulare
generalizzato
E
almeno una delle seguenti cinque manifestazioni:
— adenopatia cervicale,
— adenopatia suboccipitale,
— adenopatia retroauricolare,
— artralgia,
— artrite.
Criteri di laboratorio
Criteri di laboratorio per la conferma del caso
Almeno uno dei seguenti tre criteri:
— isolamento del virus della rosolia a partire da un campione clinico,
— identificazione dell’acido nucleico del virus della rosolia in un campione clinico,
— sieroconversione o aumento di almeno 4 volte del titolo anticorpale delle IgG rosolia-
specifiche nel siero o nella saliva.
Criteri di laboratorio per un caso probabile:
— presenza di anticorpi IgM rosolia-specifici.
I risultati di laboratorio vanno interpretati in funzione della presenza o meno di
vaccinazione.
Quando si sospetta la rosolia in gravidanza, occorre confermare e interpretare tutti le positività delle IgM specifiche per
rosolia (ad esempio con un test di avidità delle IgG specifiche della rosolia da cui risulti una bassa avidità).
In alcune situazioni, come i focolai confermati di rosolia, l’identificazione di IgM rosolia-specifiche può essere considerata
una conferma, tranne in caso di gravidanza.
Criteri epidemiologici
Correlazione epidemiologica con un caso confermato.
Classificazione dei casi
A. Caso possibile
Qualsiasi persona che soddisfi i criteri clinici.
B. Caso probabile
Qualsiasi persona che soddisfi i criteri clinici e almeno uno dei seguenti due criteri:
— una correlazione epidemiologica,
— i criteri di laboratorio per un caso probabile.
C. Caso confermato
Qualsiasi persona che soddisfi i criteri di laboratorio per la conferma del caso e che non
sia stata vaccinata di recente (da 6 giorni a 6 settimane prima della comparsa
dell’esantema).
In caso di vaccinazione recente, qualsiasi persona in cui venga individuato il ceppo
selvaggio del virus della rosolia.
Allegato 1b
DEFINIZIONE DI CASO DI ROSOLIA CONGENITA (compresa la sindrome da rosolia
congenita)
Criteri clinici
Infezione da rosolia congenita (IRC):
Per l’IRC non possono essere definiti criteri clinici.
Sindrome da rosolia congenita (SRC):
Qualsiasi bambino di età inferiore a un anno o nato morto che presenti:
— almeno due delle condizioni elencate in A)
O
— una condizione della categoria A) e una condizione della categoria B)
A)
— Cataratta
— glaucoma congenito
— cardiopatia congenita
— ipoacusia/sordità
— retinopatia pigmentosa
B)
— Porpora
— splenomegalia
— microcefalia
— ritardo di acquisizione delle tappe dello sviluppo psicomotorio
— meningoencefalite
— radiolucenza delle ossa lunghe
— ittero che comincia a manifestarsi nelle 24 ore dalla nascita.
Criteri di laboratorio
Almeno uno dei seguenti quattro criteri:
— isolamento del virus della rosolia in un campione biologico
— identificazione dell’acido nucleico del virus della rosolia,
— presenza di anticorpi IgM specifici per rosolia,
— persistenza di IgG rosolia-specifiche tra i 6 e i 12 mesi di età (almeno due campioni con
una concentrazione simile di IgG rosolia-specifiche).
I risultati di laboratorio vanno interpretati in funzione dello stato vaccinale.
Criteri epidemiologici
Qualsiasi bambino di età inferiore a un anno o feto nato morto da madre a cui è stata
confermata in laboratorio durante la gravidanza un’infezione da rosolia per trasmissione
interumana (trasmissione verticale).
Classificazione dei casi di rosolia congenita
Caso possibile N.A.
Caso probabile
Qualsiasi bambino di età inferiore a un anno o feto nato morto che non sia stato sottoposto
a test di laboratorio O i cui risultati di laboratorio siano negativi
E che soddisfi almeno uno dei seguenti due criteri:
— una correlazione epidemiologica e almeno una delle condizioni della categoria A),
— criteri clinici della SRC soddisfatti.
Caso confermato
Qualsiasi feto nato morto che soddisfi i criteri di laboratorio
O
qualsiasi bambino che soddisfi i criteri di laboratorio e almeno uno dei seguenti due criteri:
— una correlazione epidemiologica,
— almeno una delle condizioni della categoria A).
Allegato 1c
DEFINIZIONE DI CASO DI ROSOLIA IN GRAVIDANZA
Non esiste una definizione europea di caso specifica per la rosolia in gravidanza. La
definizione di caso di rosolia postnatale (allegato 1a) può essere applicata alle donne in
gravidanza. Tuttavia, date le gravi conseguenze dell’infezione rubeolica sul prodotto del
concepimento, in gravidanza si fa ricorso a test di laboratorio più sofisticati per escludere o
confermare la diagnosi di ogni caso sospetto. Infatti, in presenza di sintomi clinici
compatibili con rosolia e/o in presenza di IgM rosolia-specifiche, occorre confermare
l’infezione attraverso il test di avidità delle IgG specifiche della rosolia e, in caso il test di
avidità non dia le indicazioni attese, procedere con l’ImmunoBlotting.
Per questo motivo proponiamo una definizione di caso di rosolia in gravidanza in cui i
criteri di laboratorio sono più dettagliati.
Criteri clinici
Qualsiasi donna in gravidanza che presenti una manifestazione acuta di esantema
maculopapulare generalizzato
E
almeno una delle seguenti cinque manifestazioni:
— adenopatia cervicale,
— adenopatia suboccipitale,
— adenopatia retroauricolare,
— artralgia,
— artrite.
Criteri di laboratorio
Criteri di laboratorio per la conferma del caso
Almeno uno dei seguenti criteri:
— isolamento del virus della rosolia a partire da un campione clinico,
— identificazione dell’acido nucleico del virus della rosolia in un campione clinico,
— sieroconversione o aumento di almeno 4 volte del titolo anticorpale di IgG rosolia-
specifiche nel siero o nella saliva,
— presenza di IgM specifiche associata a IgG virus-specifiche a bassa avidità.
Criteri di laboratorio per un caso probabile:
— presenza di anticorpi IgM rosolia-specifici.
Criteri epidemiologici
Correlazione epidemiologica con un caso confermato.
Classificazione dei casi
A. Caso possibile
Qualsiasi donna che soddisfi i criteri clinici.
B. Caso probabile
Qualsiasi donna che soddisfi i criteri clinici e almeno uno dei seguenti due criteri:
— una correlazione epidemiologica,
— i criteri di laboratorio per un caso probabile.
C. Caso confermato
Qualsiasi donna che soddisfi i criteri di laboratorio per la conferma del caso e che non sia
stata vaccinata di recente (da 6 giorni a 6 settimane prima della comparsa dell’esantema).
In caso di vaccinazione recente, qualsiasi persona in cui venga individuato il ceppo
selvaggio del virus della rosolia.
Allegato 2a
SCHEDA DI NOTIFICA DI IRC/SRC
Di seguito viene riportata la nuova scheda di notifica della sindrome/infezione da rosolia
congenita e vengono descritte le modifiche apportate.
Nella nuova scheda, come prima informazione viene richiesto di indicare se si tratta di un
primo invio o di un aggiornamento.
Sezione 1. INFORMAZIONI ANAGRAFICHE
In questa sezione vengono raccolte le informazioni anagrafiche e l’età al momento della diagnosi.
Rispetto alla scheda precedente, è stato aggiunto un campo per il codice fiscale. Questo
parametro identifica univocamente ogni cittadino pertanto è importante ai fini di un eventuale
incrocio con altri dati sanitari.
Sezione 2. CARATTERISTICHE CLINICHE
In questa sezione vengono raccolte informazioni sulle caratteristiche cliniche del bambino.
Rispetto alla scheda precedente, viene richiesto di indicare se il bambino è stato vaccinato (ed
eventualmente la data).
Sezione 3. STORIA MATERNA
In questa sezione vengono raccolte informazioni sulla storia materna. Se la notifica dell’infezione
rubeolica della madre è già stata inviata non occorre compilare tale sezione; in tal caso è
sufficiente inserire il nome e il cognome della madre.
Rispetto alla scheda precedente viene richiesto di:
- riportare il risultato del primo rubeotest effettuato in gravidanza (immune/suscettibile/non
noto);
- indicare se la diagnosi della mamma è stata confermata in laboratorio ed eventualmente
con quali indagini;
- In caso di contatto della madre con un caso di rosolia, specificare se si tratta di un caso
confermato in laboratorio;
- In caso di fonte di infezione non nota, specificare se la madre ha viaggiato all’estero nel
presunto periodo di incubazione della malattia ed, eventualmente, dove.
Sezione 4. ESAMI DI LABORATORIO NEL BAMBINO
Questa sezione è divisa in sottosezioni relative agli specifici esami di laboratorio: IgM, IgG,
isolamento virale, identificazione acido nucleico, genotipizzazione. È necessario indicare il tipo di
campione biologico su cui viene effettuato l’esame di laboratorio, la data del prelievo, il nome del
laboratorio che ha eseguito il test se diverso dal laboratorio regionale o nazionale, l’esito e il valore
di riferimento laddove viene richiesto di riportare l’esatto valore del laboratorio (ricerca IgG rosolia-
specifiche).
Le domande relative agli esami di laboratorio nella mamma sono state spostate nella sezione 3.
Sezione 5. CLASSIFICAZIONE DEL CASO
Il caso viene classificato inizialmente dal medico segnalatore, mentre la classificazione finale è
riservata al Ministero della Salute o ISS. In base ai criteri clinici, epidemiologici e di laboratorio, il
caso viene classificato in probabile o confermato; un bambino senza segni/sintomi di categoria A
che soddisfa i criteri di laboratorio e il criterio epidemiologico (nato da madre con infezione
confermata in gravidanza) va classificato come IRC.
Il caso verrà classificato come “NO rosolia congenita” nel caso in cui le informazioni raccolte (con
l’invio della prima scheda o i successivi aggiornamenti) consentano di escludere la diagnosi. Verrà
invece considerato “non classificabile” quando le informazioni a disposizione non sono sufficienti a
classificare il caso (o escludere l’infezione).
SCHEDA DI NOTIFICA DI CASO
DI SINDROME/INFEZIONE DA ROSOLIA CONGENITA
Primo invio Aggiornamento del ____/____/______ (gg/mm/aa)
Regione ________________________ ASL___________________________ Comune __________________________
Sezione 1 - INFORMAZIONI ANAGRAFICHE DEL PAZIENTE
Cognome________________________________________ Nome_______________________________ sesso M F
CF |___|___|___|___|___|___|___|___|___|___|___|___|___|___|___|___|___| Cittadinanza _____________________________
Luogo di nascita _______________________________________________ data di nascita ____/____/____ (gg/mm/aa)
Peso alla nascita (in grammi) |___|___|___|___| Non Noto Età Gestazionale alla nascita (in settimane) |___|___| Non Nota
___________________________ ____________________________________ ___________________________________
Regione di domicilio Provincia Comune
Età in cui è stata diagnosticata la rosolia congenita: < 1 mese|___| Mesi|___|___| Anni|___|___| Non Noto
Data diagnosi ____/____/____ (gg/mm/aa)
Sezione 2 - CARATTERISTICHE CLINICHE
Bambino in vita Si No
Se NO, data di decesso ____/____/____ (gg/mm/aa)
Autopsia eseguita Si No Referto anatomopatologico finale : ________________________________________________
Causa di morte (dal relativo certificato) 1:_________________________________________________________________(iniziale)
2: _____________________________________________________________ (intermedia)
3:_________________________________________________________________ (finale)
Se SI, data ultima valutazione del bambino ____/____/____ (gg/mm/aa)
Segni e sintomi di Categoria A Segni e sintomi di Categoria B
Si No Non Noto Si No Non Noto
ipoacusia/sordità porpora
cataratta splenomegalia
glaucoma congenito microcefalia
retinopatia pigmentosa ritardo sviluppo psicomotorio
cardiopatia congenita meningoencefalite
Se cardiopatia congenita, barrare la voce che interessa: radiolucenza ossa lunghe
pervietà dotto arterioso ittero (che insorge entro 24 ore
stenosi polmonare perifer. dalla nascita)
card. congenita non nota
altra cardiopatia
se SI, specificare ________________________________________________________________
Altri segni e sintomi
se SI, specificare ________________________________________________________________
Bambino vaccinato contro la rosolia? SI NO se SI, data vaccinazione: ____/____/____ (gg/mm/aa)
Sezione 3 - STORIA MATERNA
(se è gi&agra
Elenco bandi
Comune di Agnana Calabra (RC)
Via Roma, n. 115
89040 AGNANA CALABRA
Tel. 0964/323000
Pec: protocollo.agnana@asmepec.it